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Commenti al testo di Giuliano Brenna
Quattro tazze francesi

Sei nella sezione Commenti
 

 Mariella Bettarini - 03/11/2015 18:35:00 [ leggi altri commenti di Mariella Bettarini » ]

Carissimo Giuliano, anche a nome e da parte di Maria Pia Moschini (che in questo periodo non sta bene, e quindi non può leggerti, e a cui Gabriella ed io faremo prestissimo avere questo tuo testo e la preziosa notizia) ti ringrazio di cuore per l’attenzione e il vivo interesse verso questo suo bel libro, edito dalla nostra Gazebo.
Con l’autrice e con Gabriella (Maleti) ringrazio sentitamente anche le care amiche Franca e Maria per i loro importanti commenti.
Grazie per la vostra stima e un affettuoso saluto dall’autrice e da Gabriella,
Mariella B.

 Franca Alaimo - 01/11/2015 18:51:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

In questa recensione, parlando del libro della Moschini, Giuliano fa anche, mi sembra, un discorso più ampio e generale che esalta la libertà inventiva degli scrittori grazie ai quali il mondo viene raccontato in altro modo, ritrovando legami fra visibile ed invisibile, fra il tempo reale e quello rappresentato. Quello che più lo convince a proposito della Moschini (e che certamente è un tratto originale di questi racconti) è la rielaborazione in chiave più intima e pensosa del genere noir; quel mescolarsi dell’insolito alla quotidianità senza scosse feroci o traumatiche, ma con quel tocco delicato e, direi, anche romantico udibile solo da anime più sensibili. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo genere: un noir soft, una materializzazione di richiami, echi, presenze profonde della psiche, al limite con una letteratura meta-reale e meta-psichica.
Condivido pienamente anche l’omaggio di Giuliano a Mariella Bettarini e Gabriella Maleti, raffinate poete di lungo corso, direttrici della bella collana editoriale "Gazebo". Buona fortuna, allora, a questo libro ed alla sua autrice.

 Maria Musik - 30/10/2015 07:11:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Questa recensione mi ha colpita: il libro mi intriga molto. Credo che lo acquisterò e lo leggerò, magari in un pomeriggio novembrino, sorseggiando the allo zenzero in una tazza di porcellana tedesca di fine ’800 dalla quale nessun detergente è riuscito a togliere le impronte di mani, affusolate e forti, che troppo presto smisero di accarezzarmi.